L’«Archivio di Filosofia» viene fondato da Enrico Castelli nel 1931 come organo della Società Filosofica Italiana e dal 1939 diventa la rivista dell’Istituto di Studi Filosofici, costituito proprio quell’anno.
Fino al 1943 l’«Archivio» esce in fascicoli miscellanei, affrontando temi che spaziano dall’esistenzialismo alla teologia, dalla sociologia alla psicologia (aree che, specialmente negli anni dell’egemonia filosofica gentiliana, sono piuttosto trascurate); oltre a ciò, naturalmente, vi si trovano riflessi gli interessi del suo Direttore: dall’eco (all’epoca affatto flebile in Italia) data alla Kierkegaard Renaissance all”edizione di alcuni studi di Maurice Blondel e Lucien Laberthonnière.
Nel 1944 si interrompono le pubblicazioni 1944 a causa dell’occupazione tedesca. La rivista riprende le attività nel 1945, dandosi un’inedita veste monografica e aprendosi a collaborazioni internazionali: in questi anni, è uno dei primissimi periodici a dar voce in Italia a filoni come la fenomenologia, la psicoanalisi, la filosofia del linguaggio, destinati ad avere successivamente particolare risonanza.
Dal 1949, con la costituzione a opera di Castelli del Centro Internazionale di Studi Umanistici, la rivista dedica vari studi al filone umanistico-rinascimentale: oltre naturalmente agli atti dei convegni promossi dal Centro, a questo periodo risale la pubblicazione di alcuni testi d’epoca moderna inediti o rari, grazie soprattutto alla collaborazione con Eugenio Garin.
A partire dagli anni Sessanta, con l’avvio dei Colloqui sulla demitizzazione, uno o due fascicoli l’anno vengono destinati alla trascrizione e pubblicazione degli atti dei convegni, consolidando il respiro ormai internazionale della rivista.
Ancora una volta, la scelta dei temi da discutere e degli interlocutori riflette e orienta il contesto culturale: siamo negli anni del Concilio Vaticano II, dell’affacciarsi degli studi sulla psicoanalisi anche negli ambienti cristiani, di una prima presa di contatto della filosofia italiana con l’ermeneutica.
Dopo la morte di Castelli nel 1977, la direzione dell’«Archivio» va al suo allievo e collaboratore Marco Maria Olivetti. Il passaggio di testimone segna anche una ridefinizione del profilo della rivista, che rivolge l’attenzione ad autori quali Schleiermacher e Heidegger e si mostra particolarmente sensibile alle risonanze della filosofia ebraica.
L’Archivio di Filosofia è una rivista fondata nel 1931 da Enrico Castelli e in passato curata da Marco Maria Olivetti.
La rivista ha cadenza quadrimestrale ed è pubblicata da Fabrizio Serra editore (Pisa – Roma), attivo dal 1928 e oggi il più importante editore italiano di riviste accademiche.
Editor: Stefano Bancalari
Associate Editors: Enrico Castelli Gattinara, Francesco Paolo Ciglia, Pierluigi Valenza
Editorial Board: Francesco Botturi, Bernhard Casper, Ingolf Dalferth, Pietro de Vitiis, Adriano Fabris, Piergiorgio Grassi, Jean Greisch, Marco Ivaldo, Jean-Luc Marion, Virgilio Melchiorre, Adriaan Peperzak, Andrea Poma, Richard Swinburne, Franz Theunis
Editorial Assistant: Lorenzo Palamara, Federica Pazzelli, Simone Tarli
La rivista “Archivio di Filosofia – Archives of Philosophy” pubblica testi selezionati mediante una procedura di call for papers, di norma sottoposti a procedura di “revisione tra pari” mediante procedimento cosiddetto “a doppio cieco” (double blind peer review). Nel caso delle rare (e motivate) eccezioni è invece la Direzione, nella sua collegialità, che dopo attento esame si assume la responsabilità dell’accettazione dei testi.
La rivista, fondata nel 1931 da Enrico Castelli, dal 1946 esce in fascicoli monografici dedicati a singoli temi filosofici, con particolare attenzione a quelli di filosofia della religione. In virtù della qualificazione dei collaboratori (scelti tra i massimi rappresentanti della filosofia contemporanea), della pubblicazione degli articoli in lingua originale e dell’importanza dei temi trattati nei singoli fascicoli, la rivista costituisce notoriamente un punto di riferimento internazionale per la ricerca filosofica.